almamatters |
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| Ho votato Suede. Il primo album che ho preso autonomamente e che mi ha rubato il cuore. Ho passato giorni e giorni (forse settimane?) con lo stesso album in ripetizione nel lettore. She's Dead è forse il pezzo più bello dell'album, oscuro e al contempo tremendamente affascinante. Ma forse questo succede spesso con le canzoni dei Suede (almeno per quanto riguarda le canzoni di questo periodo). Tempo fa scrissi una pseudo recensione sul mio blog:
L'album mi colpì già a partire dalla copertina: due donne che si baciano con trasporto, svelando quelle che saranno le muse ispiratrici non solo del disco, ma dell'intera vita artistica della band: passione e ambiguità. Suede si apre con un uno-due da togliere il fiato: "So Young", mi stupisce ad ogni ascolto per la sua struggente bellezza; la voce di Brett Anderson evoca libertà e, chissà perché, mi fa pensare a certi poeti romantici inglesi... Poi irrompe il glam di "Animal Nitrate" e sembra quasi di sentire Ziggy Sturdust e i Ragni da Marte, forse l'unica influenza rintracciabile in un lavoro che brilla di luce propria. Il resto dell'album è comunque all'altezza e oscilla tra la psichedelica dolcezza di "She's Not Dead" e "Sleeping Pills" e l'ambigua spensieratezza di "The Drowners" e "Metal Mickey". Non mancano alcuni mezzi passi falsi: in particolare, "Moving" e "Animal Lover" non convincono del tutto. Suede si chiude con "The Next Life": un pianoforte e la voce di Anderson che racconta, in un crescendo melodrammatico, di come sarebbe bello fuggire via lontano, magari a Worthing, magari a vendere gelati...
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