La prima volta [B/N]

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Miss Codling
view post Posted on 19/4/2010, 02:29




Titolo: La prima volta
Autore: Elegantly_bored
Traduttore : Miss Codling
Pairing : Brett/Neil con accenni di Brett/Bernard e Brett/Simon
Rating : R
Genere: Angst

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Ricordo la prima volta che i nostri occhi si sono incontrati. Simon mi aveva portato nel backstage dopo un vostro concerto, io ero seduto a chiaccherare con lui in uno squallido camerino di qualche posto sperduto dell'Inghilterra centrale. Simon dava le spalle allo specchio a muro di fronte alla porta , fumando tranquillamente, mentre io ero di fronte a lui tentando con tutte le mie forze di sembrare riassato e a mio agio - ma ero solo un ragazzino nel pieno dell'adolescenza e mio cugino faceva parte della più grande e miglior band di tutta la Gran Bretagna. Ero esaltato.

Sentimmo un rumore provenire dal fondo del corridoio. Bernard e Mat entrarono barcollando nel camerino, forse ubriachi, forse fatti ,o forse semplicemente su di giri; presero Simon e lo fecero sedere con loro sulle sedie in mezzo alla stanza. Erano uno di fronte all'altro, talmente eccitati dal successo della serata da non notarti mentre eri immobile sul ciglio della porta. In un angolo, con il volto davanti allo specchio, vidi il tuo riflesso.

Eri diverso dagli altri. L'ho sempre saputo fin dall'inizio. Sollevai gli occhi verso di te, guardandoti dalla testa ai piedi - dei jeans neri, provocativamente attillati, camicia azzurra corta abbastanza da mettere in mostra parte dell'addome e abbottonata solo fino a metà torso, una bottiglia di birra in mano e una sigaretta tra le dita, labbra carnose, pelle candida ed i tuoi occhi... fissi su di me.

Mi accorsi di stare arrossendo, mi chiedevo se fossi stato lì a fissarmi tutto il tempo, ma quando i miei occhi si posarono su di te, non ebbi più alcun dubbio. Tentai di distogliere gli occhi dai tuoi, ma erano come incollati, incatenati, scegli pure il cliché che preferisci.

Simon si alzò immediatamente "Brett... questo è Neil" disse, mettendomi una mano sulla spalla come se stesse cercando di proteggermi da te, di farti vedere che lui era lì a difendermi. Quel gesto ti perplesse e Simon mi lasciò immediatamente andare, mormorando "É mio cugino" capendo che stavi pensando fossi una groupie o qualcosa del genere.

"Piacere di conoscerti, Neil" mi dicesti in tono sprezzante e poi ti allontanasti per unirti a Bernard e Mat. Simon mi guardò, e adesso capisco che già allora aveva intuito a cosa stessi pensando, che aveva avvertito quell'irresistibile attrazione che sentivo nei tuoi confronti - perché anche lui la sentiva. "Non farti coinvolgere," mi sussurrò all'orecchio "ti farai solo del male". Strano che non mi sia mai chiesto come facesse a saperlo.



*******




Mi ricordo la prima volta che le nostre labbra si sono sfiorate.

Accadde anni dopo qell'episodio nel camerino, anni dopo averti parlato per a prima volta. Iniziai a frequentare la band dal momento che non avevo nient'atro da fare, ma tu rimanevi un enigma, a malapena mi rivolgevi parola. Era come se ogni volta che mi guardavi, io venissi trascinato indietro nel tempo a quel momento della mia adolescenza quando i nostri occhi si incontrarono per la prima volta. Non riuscivo a parlare, a dire una singola parola - e tu certo non insistevi per fare della conversazione con me. Mi facevi impazzire, da un lato dalla frustrazione, da un altro dal desiderio irrefrenabile. Volevo che smettessi di essere così distante, ma soprattutto volevo te, semplicemente te.

Gli Suede avrebbero suonato a Birmingham, la band alloggiava in un piccolo hotel in centro. Mi fermai all'hotel per salutare gli altri. Simon e Mat erano felici di vedermi e scambiare due parole con me, Bernard si limitò a sedere in silenzio in un angolo, senza ignorarmi ma senza nemmeno socializzare con me. Tu eri nella tua stanza, mi dissero. Dopo che i miei numerosi tentativi di inserire nella conversazione quale fosse il tuo numero di stanza furono ignorati, riuscii finalmente a strappare la risposta a Mat. Non volevo sembrare troppo impaziente di vederti - dopo tutto tutti pensavano che, dato che non ci rivolgevamo parola, ci odiassimo o perlomeno non ci piacessimo particolarmente - perciò continuai a chiaccherare con gli altri per circa mezz'ora, prima di scusarmi per andare in bagno.

Arrivato davanti alla tua porta, mi resi conto di non sapere cosa stessi facendo. Non ti avevo mai parlato e tu non avevi mai parlato a me, perciò piombare d'improvviso nella tua stanza e salutarti sarebbe stato strano. Tentai di inventare una scusa plausibile per giustificare la mia presenza, ma non ci riuscii.

Rimasi seduto fuori dalla tua porta per dieci minuti. Gli altri probabilmente si saranno chiesti come mai trascorressi tanto tempo in bagno. Dall'altra parte della porta proveniva solamente silenzio, perciò conclusi che stessi dormendo. Bussai.

Non ci fu risposta. La porta non era chiusa a chiave ed io la aprii.

Non stavi dormendo. Lo capii immediatamente. Tenevi gli occhi chiusi ed eri disteso sul letto, ma non stavi dormendo. Avevi le cuffie alle orecchie e a giudicare dalla copertina del disco accanto a te, stavi ascoltando David Bowie (ma è anche vero che tu ascoltavi sempre David Bowie). Eri bellissimo.

Forse fu proprio questo a spazzare via le mie esitazioni. Mi posai sul letto e sfiorai le tue labbra con le mie, prima ancora che tu avessi il tempo di accorgerti che ci fosse qualcun altro nella stanza.

Ti ritraesti indietro, ed io mi convinsi che, una volta aperti gli occhi, saresti stato disgustato. Tentai di muovermi, ma non ci riuscii - quegli occhi avevano di nuovo catturato i miei. Il mio volto era distante nemmeno due centimetri dal tuo, tu continuavi a fissarmi in attesa, come se stessi aspettando delle scuse o delle spiegazioni. Ma non mi sarei scusato per qualcosa che intendevo fare dal primo istante che ti ho visto anni fa in quello squallido camerino, e non c'erano spiegazioni che non fossero già ovvie. Ti voltasti per mettere le cuffie sul comodino.

Affranto, mi apprestai a lasciare la stanza. Non c'era bisogno di aggiungere altro.

Ma ancora prima di aver fatto due passi, sentii la tua mano attorno al mio braccio trattenermi, per poi passare all'addome. E in quel momento mi baciasti. Le tue labbra erano talmente soffici, la tua bocca talmente calda da lasciarmi immobile per qualche istante, incapace di ricambiare - ma si trattò solo di pochi istanti. Subito dopo le mani erano sul tuo volto, la mia lingua nella tua bocca e non riuscivo a pensare ad altro che a quel momento, a quel bacio...

Quando infine ci separammo, in un primo momento non riuscii a dire niente, continuavo semplicemente a guardarti, con quel sorriso che a stento cercavi di nascondere e quella scintilla che sembrava brillare nei tuoi occhi. Poi sussurrai:

"Non sai da quanto tempo desideravo farlo"

Ti lasciasti sfuggire un sorriso : "Veramente, credo di saperlo". Dopo un breve silenzio, durante il quale cercai di capire cosa significasse quella frase, mi dicesti : "Vai pure, gli altri ti staranno aspettando. Sanno almeno che sei qui?"

"Pensano che sia andato al bagno" dissi, pur sapendo quanto stupida fosse quella scusa. Tu ridesti.

"in questo caso, sarà meglio che non scenda con te. Rabbrividisco se penso a cosa potrebbero immaginare se diamo l'impressione di essere stati in bagno insieme per venti minuti"

Sorrisi timidamente - una cosa insolita per me - e lasciai la stanza.



*******




Ricordo la prima volta che i nostri corpi si sono sfiorati.

Eravamo in un'altra stanza d'albergo, leggermente più lussuosa di quella in cui ti ho baciato la prima volta. Trascorrevamo un sacco di tempo nelle stanze d'albergo, a parlare, a scrivere canzoni, o solo a baciarci selvaggiamente come se le nostre stesse vite dipendessero unicamente da quello. Stavo oziando su una poltrona, tu eri disteso sul letto, completamente immerso nella musica del tuo walkman.

"Brett, ti voglio...." le parole mi uscirono dalla bocca senza che avessi avuto il tempo di pensare.

Mi guardasti, sorpreso - la piccola speranza che tu non mi avessi sentito attraverso le cuffie sparì immediatamente - e continuasti a fissarmi per circa trenta secondi prima di toglierti le cuffie. Ti sedesti sul letto, osservandomi, senza fare una mossa, senza pronunciare una parola e non importa quante volte in passato mi avessi già fissato, quello sguardo continuava ad ipnotizzarmi.

Non riuscivo a sopportare quel silenzio. Volevo che dicessi qualcosa, qualsiasi cosa, anche un "Vaffanculo, non voglio più vederti" se fosse servito a rompere quell'atmosfera. Alla fine fui io a parlare.

"Non mi vuoi?"

Nonostante la tua espressione fosse calma e rilassata, c'era un lieve panico nella tua voce "No - voglio dire - sì, io....certo che ti voglio, Neil" la tua voce si fece più bassa "Voglio dire, guardati. Sei splendido."

Rimasi impietrito per qualche momento. Nei sette mesi ( e tre settimane e 4 giorni, ma non stiamo certo a contare) passati insieme, se possiamo parlare di "stare insieme", non mi avevi mai fatto un complimento, nemmeno una volta.

"É solo che....non ho mai provato a farlo in quel modo, perdona la citazione"

Tentai di non farmi sfuggire un sorriso di sollievo alla notizia che non avevo fatto nietne di male, nente che ti aveva offeso. Mi alzai dalla poltrona per sedermi sul letto al tuo fianco.

"Mi devi scusare, Brett, avevo dato per scontato che tu e mio cugino...." mi interruppi. Non era una cosa a cui volessi pensare, tantomeno di cui volessi parlare. Mi distesi sul letto per rilassarmi, continuando a guardarti mentri eri seduto dalla tua parte del letto.

"Chi, Simon? No, non abbiamo mai - beh abbiamo fatto le stesse cose che anche noi abbiamo fatto, forse anche un po' di più, ma.... non siamo mai andati fino in fondo. Siamo stati insieme per un paio di settimane. Lui voleva una relazione stabile. Io volevo solo un bocchino e via."

Mi sedetti di nuovo, guardandoti diritto negli occhi.

"Io sono più di questo per te, vero?"

"Sì certo.... Sì, sei molto più di questo per me"

"Bene" risposi, stendendomi di nuovo sul letto "Perché tu sei tutto per me" e dopo una breve pausa aggiunsi "Ti amo".

Non avrei mai pensato di dirlo. Probabilmente avevo la tua stessa espressione sorpresa in volto.

"Mi dispiace, me... me ne vado, se vuoi..." balbettai.

Mi stringesti a te prima che potessi muovere un dito e mi baciasti. Ti misi le braccia attorno al collo ed iniziai lentamente a muoverle in basso, lungo la tua schiena, continuando nel frattempo a baciarti, in attesa che mi fermassi come facevi ogni volta.

Mezz'ora più tardi, esausto e dolorante - nonostante avessi cercati di essere il più delicato possibile cont e - crollasti addormentato al mio fianco. Ma prima di addormentarti, portasti le labbra al mio orecchio, sussurrandomi a voce talmente bassa che certe volte credo di averlo immaginato "Ti amo anch'io".



*******





Adesso, però sembra essere la prima volta che ci incontriamo.

Sono passati anni dalla prima volta che abbiamo dormito insieme. Sono entrato a far parte di quella band che tanto idolatravo quando i nostri occhi si incrociarono per la prima volta, in quello squallido camerino con lo specchio ricoperto da misteriose macchie, e poi me ne sono andato, ho ignorato i nomi che mormoravi nel sonno e le foto di cui non ti eri disturbato a disfarti. Ma adesso, mentre sei davanti a me, dicendomi di averlo incontrato di nuovo e sapendo che sono cosciente di cosa questo implici - che tra noi è finita - è come se non ti avessi mai conosciuto in tutta la mia vita. Almeno hai la decenza di sembrare dispiaciuto.

Non ho bisogno di dire niente. Mi basta rimanere qui a fissarti, tentanto con tutte le mie forze di odiarti, di odiare quello sconosciuto che ha preso il posto dell'uomo che amavo e che credevo amasse me.

"Mi dispiace" mormori. Improvvisamente mi sento potente, come devi esserti sentito tu quando ci siamo incontrati per la prima volta - come se tu fossi lo studente confuso ed io l'icona capace di distruggerti semplicemente ignorandoti.

Non riesco a farmi commuovere da quella lacrima che vedo solcare le tue guance.

Socchiudi gli occhi per un istante, li riapri e ti dirigi verso la porta. Con la mano sulla maniglia, sussurri ancora:

"Ti amo davvero. E cosi sarà per sempre. É solo che..."

Non ho bisogno di ascoltare le ultime parole, le conosco già. E sentirle pronunciare ad alta voce mi distrugge. Una parte di me crede che tu lo sappia.

"....Amo più lui"

Appena te ne vai, sprofondo sul divano ed inizio a piangere.



*******





Io so però che lui non ti ama. Non ti ha mai amato.

Simon ti ha amato.

Io ti ho amato.

Ma lui no. Non lo farà mai.

Perciò non sono affatto sorpreso di vederti alla mia porta, dopo nemmeno sei mesi, implorando per una scopata.

Ed io ti accontento perché per qualche istante, mentre ti stringo di nuovo tra le mie braccia, riesco a dimenticarmi di lui.

Ho anche imparato a non sentire la tua voce, mentre urli il suo nome.

Edited by Miss Codling - 19/4/2010, 16:21
 
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bretta
view post Posted on 14/7/2010, 09:47




questo racconto è stupendo... mi ha ipnotizzata mentro lo leggevo... complimenti
 
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MrsGilbert
view post Posted on 26/8/2010, 18:49




Ho pianto tutta la notte! questo è così bella!
 
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2 replies since 19/4/2010, 02:29   193 views
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